da banche più soldi a famiglie ed imprese

Il nocciolo della questione che si discute tra i Paesi membri dell’Unione Europea e’ l’aumento delle risorse al cosiddetto Fondo salva-Stati, quel fondo destinato alla solidarietà verso chi e’ già in crisi oppure rischia di entrarvi presto.
Un punto difficile da digerire per la Germania Federale che spera invece in un impatto positivo delle politiche di rigore, tale da rendere inutile l’esborso di altri eventuali e futuri finanziamenti dalle casse tedesche.
La consueta disputa comprende anche una sempre più forte pressione verso la politica dello sviluppo da parte di una serie di Paesi tra i quali l’Italia, la Gran Bretagna e la Spagna, determinati a puntare sul rilancio delle imprese e dei servizi.
Su questo sfondo, il governatore della Banca Centrale Europea ha lanciato un prestito davvero maxi e superiore a tutte le attese, per 530 miliardi di euro, alle banche.
Questa gigantesca iniezione di liquidità sul mercato dovrebbe avere, nelle speranze, almeno due effetti positivi. Da un lato, favorire la tanto sospirata riapertura dei rubinetti del credito bancario verso le famiglie e verso le imprese; dall’altro lato, rendere più agevole l’acquisto di titoli di Stato sui sempre turbolenti mercati finanziari. Alle banche italiane, e’ questo il dato, sono andati quasi 140 miliardi di euro, quasi un terzo del totale, suddivisi tra Intesa San Paolo, Unicredit, Ubi Banca, Monte dei Paschi, Banco Popolare, Mediobanca.
Non solo e’ da registrare in maniera positiva la grande boccata d’ossigeno per gli istituti bancari, ma anche la ricomparsa, tra quanti hanno approfittato del maxi prestito, delle banche di medie e piccole dimensioni.Si sta tornando verso la normalità nella erogazione del credito? Possono sopratutto tornare a sperare le piccole e le medie imprese di casa nostra costrette ad una fase di quasi asfissia? E possono allo stesso tempo cominciare a vedere meno scuro quanti hanno contratto mutui? Sono queste le domande che si fanno i cittadini, di riflesso ai grandi eventi della politica europea. E sono anche le domande alle quali oggi più di prima devono dare risposta quei partiti, come il Popolo della Libertà, che con i loro elettori hanno conservato un saldo e forte legame anche al tempo del Governo dei professori.
E’ questo raccordo con la politica dei palazzi europei e romani il compito quotidiano che spetta al Popolo della Libertà, uscito rafforzato da una serie di congressi sul territorio. Ai rappresentanti del Popolo della Libertà, in vista delle elezioni amministrative di maggio, toccherà la spiegazione ai cittadini di quanto sia ancora importante e fondamentale il ruolo dei partiti come mediatori delle loro richieste con il governo centrale e con le istituzioni europee.
(dal mattinale del 1 marzo)

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