Il guaio e’ che non si vede ancora, aldilà delle promesse, un piano preciso e dettagliato di sviluppo per tutto il Paese, con un accenno particolare per la questione meridionale, tornata di forza in campo in seguito all’esplosione della crisi globale. Anche il ministro per lo Sviluppo Passera ha messo l’accento in questi giorni sulla necessità di una riduzione del prelievo fiscale sulle imprese e sui cittadini, quale unica ricetta valida per la ripresa dell’economia. Ma la sua uscita segue quella del Presidente del Consiglio che ha categoricamente escluso ogni e qualsiasi ipotesi di taglio delle tasse. Allora rimane il dubbio di fondo. I consumi stanno languendo, non si parla di solo abbigliamento o di lusso, ma di comunissimi generi alimentari. Non si riesce più a vendere una macchina sul mercato italiano, mentre i costi della benzina e del gasolio salgono in maniera sproporzionata, gravando così sul costo dei trasporti e generando nuova inflazione. L’abitazione, il bene rifugio prediletto dagli italiani, vede un crollo degli acquisti nonché delle valutazioni, generando sfiducia nelle aspettative delle persone. E intanto si avvicina la scadenza finale dell’Imu, l’imposta sulla casa percepita da tutti come una vera e propria imposta patrimoniale. In definitiva, non appare certamente questo il quadro ideale per un rilancio specifico dedicato, come dovrebbe essere, a nuove iniziative nel Meridione, per i giovani e per le donne. Per non parlare del rilancio e dello sviluppo di tutto il sistema Italia. (ilM 08/10/2012)