La Banca centrale presta euro che però non vanno a famiglie e aziende

banca centrale europeaDice, il Governatore della Banca Centrale Europea Mario Draghi, che certamente con l’ultima immissione di liquidità, pari a 530 miliardi di euro, si è cercato di “facilitare” il credito alle piccole e medie imprese del vecchio continente. Ma il Governatore ammette anche che questa ripresa del credito, con l’obiettivo di fornire ossigeno al tessuto imprenditoriale più fitto e diffuso sul territorio, non si è ancora avverata. Quella “stretta al credito”, ovvero “credit crunch” nel linguaggio dei tecnici, che si voleva scongiurare, resta un rischio molto concreto.

Lo sanno bene oltre 4 milioni di aziende italiane che ogni giorno devono fare i conti con il problema della scarsa liquidità. Eppure, proprio agli istituti di credito del nostro Paese sono andati quasi 140 dei 530 miliardi di euro della Banca Centrale. Ma la super asta europea di denaro al tasso dell’uno per cento non è stata effettuata per favorire le banche, bensì per aprire nuovi canali di credito, a tassi anche questi più bassi, nei confronti di imprese in una fase di asfissia. Se però si vuole sintetizzare il problema, tanta liquidità fresca non arriva agli imprenditori e perciò non si rimette in moto il circolo virtuoso degli investimenti che generano nuovi posti di lavoro e fanno crescere le aziende.

E allora, che fare? Sembra evidente che, senza una strategia di rilancio del Governo, tutta tesa verso il futuro, la macchina produttiva resterà ancora bloccata dal clima generale di incertezza, se non addirittura di paura. Il prezzo della benzina a livelli mai visti in precedenza, la gelata invernale dei consumi che sembra proseguire anche in primavera, la minaccia di due punti in più di Iva dall’autunno, la certezza che ormai si è entrati in una fase di recessione senza avere però la certezza che la crisi globale sia terminata o almeno migliorata: tutti questi elementi fanno pensare a un periodo di difficoltà economica lungo e serio, talora anche drammatico.

E su questo fronte già preoccupante arriva nelle ultime ore anche la minaccia di un ulteriore rincaro dei carburanti, sempre quelli. Da qui l’invito pressante rivolto a più riprese dal Popolo della Libertà e dal segretario Alfano perché finalmente sia riaperto il rubinetto del credito a chi lo merita e a chi può far crescere davvero il Paese: le famiglie e le imprese produttive.
(da il Mattinale n. 63)

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