I due marò tenuti prigionieri in India da sette mesi contro il diritto internazionale? Non c’è dubbio: il governo Monti se li è dimenticati, e se ne lava le mani. Se mancava la prova, ora c’è. Basta fare attenzione all’ampia intervista che il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha rilasciato venerdì scorso a Sette, il magazine del Corriere della sera.
In cinque pagine di domande e risposte il ministro Terzi parla di tutto, dal futuro dell’euro ai privilegi della Farnesina, ricopre di elogi sperticati il proprio operato senza alcun contraddittorio, ma non dice neppure una parola su Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i marò arrestati il 15 febbraio in India con l’accusa di avere ucciso due pescatori indiani mentre vigilavano sulla sicurezza di una petroliera italiana, 20 miglia al largo delle coste indiane, dunque in acque internazionali.
Quei due marò rappresentavano lo Stato italiano, e lo rappresentano tuttora. E riportarli a casa dovrebbe costituire per il governo un dovere prioritario, addirittura tassativo per il ministro competente, a difesa della credibilità internazionale dell’Italia.
Ma finora il ministro Terzi ha fatto ben poco: molte chiacchiere, qualche lettera e qualche promessa, per stendere infine una imbarazzata cortina di silenzio sulla vicenda.
A stanare il ministro ci ha provato a fine agosto una giovane donna con forti sentimenti patriottici, Elena Donazzan, promotrice della Rete Patrioti nel nordest, nonché assessore della Regione Veneto per le politiche del lavoro. In una lettera aperta al responsabile della Farnesina ha scritto: “Caro ministro, sappia che non le daremo tregua. Lei e il suo governo vi siete dimenticati di due Italiani (con la i maiuscola; ndr), che vestono l’uniforme della Marina Militare, ostaggio da 195 giorni di uno Stato straniero. Sappiate che gli italiani veri non li dimenticano, e li ricordano in ogni momento… tenendo la foto di Latorre e Girone in diversi luoghi pubblici, sui municipi, ma anche sui cruscotti delle automobili e negli studi professionali. Foto che anche lei dovrebbe avere nel suo studio per sentire su di sé la responsabilità di quei due uomini”.
La risposta di Terzi? Degna di Ponzio Pilato: “L’attenzione del governo è costante, ma non c’è bisogno di mettere la foto sulla scrivania. Ogni passaggio di questa vicenda è oggetto di una precisa comunicazione, e sul sito della Farnesina troverà molte indicazioni su questo difficile caso, così come sui 27 casi di connazionali che si sono trovati negli ultimi nove mesi in situazione di grave pericolo a motivo di sequestri e atti di pirateria”.
Pare incredibile, ma è così: i due marò, che rappresentavano lo Stato italiano in acque internazionali, dove il diritto internazionale assegna la competenza giuridica sugli eventuali reati allo Stato di appartenenza, vengono paragonati dal governo a vittime di sequestri da parte dei pirati, liberati in molti casi pagando robusti riscatti.
Per Girone e Latorre, invece, solo parole inappropriate e promesse vuote, ripetute come un disco rotto nelle feste di partito (Terzi lo ha fatto anche al meeting di Atreju). Come se non bastassero le promesse a vuoto sulla ripresa economica, la liberazione mancata dei due marò è l’ennesima delusione del governo dei professori, la prova concreta della scarsa credibilità della Farnesina non solo in India, ma su tutto lo scacchiere internazionale. (IlM del 18/09/2012)