Pino Rauti era un uomo capace, come pochi, di leggere la realtà in trasparenza, di anticipare i processi, di pensare alla politica come una conseguenza della evoluzione culturale.
Rauti tentò la folle impresa di far politica a colpi di idee e visioni del mondo. Trasferì la nostalgia del piccolo mondo missino dalla Repubblica Sociale al Sacro Romano Impero, immettendo il fascismo nel più maestoso fiume della Tradizione, con la T maiuscola. Sognò l’Europa in pieno nazionalismo missino, lanciò il comunitarismo in pieno cameratismo, scoprì l’ecologia in piena ideologia e istigò alla lettura giovani militanti, sottraendoli al puro attivismo e alla retorica patriottarda.
Preferiva Evola a Gentile. Teorizzò lo sfondamento a sinistra e l’alleanza rivoluzionaria.
Passò per nostalgico, lui che ai tempi in cui Fini esaltava il Duce, sosteneva di andare oltre il fascismo.
Si schierò a fianco della Nato nella guerra contro Saddam Hussein, lui che rappresentava la destra filopalestinese e antiamericana (mentre Fini, al seguito di Le Pen, andava a trovare il dittatore irakeno).
Oggi, guardando alla politica attuale avrebbe detto di “andare oltre”, oltre le divisioni, le contrapposizioni, le meschinità umane, le difficoltà di un contingente povero di grandi figure a cui fare riferimento. Le grandi idee possono trovare cattivi interpreti, ma difficilmente muoiono.
…pensieri sparsi su Pino Rauti tratti dal web