Il distacco del lavoratore all’estero potrà durare fino ad un massimo di 12 mesi rispetto ai 24 attuali, prorogabili di altri 6 su richiesta dell’impresa e con il benestare del Paese di accoglienza del lavoratore distaccato. Mentre le aziende distaccatarie del settore trasporto continueranno ad utilizzare il vecchio limite temporale fino all’entrata in vigore di nuovo pacchetto di misure dedicato. Questo il compromesso raggiunto, secondo quanto si legge su Il Sole 24 Ore di oggi, dai 28 Ministri del Lavoro dell’Unione Europea, riuniti a Lussemburgo per cercare un accordo sulla direttiva UE del 1996 che disciplina il distacco dei lavoratori in un Paese membro dell’Unione.
Obiettivo della nuova riforma, che prevederà un periodo di transizione di 4 anni, avere e «stipendio uguale a lavoro uguale sullo stesso luogo di lavoro», secondo quanto affermato dal Presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker.
La trattativa stabilisce anche che la società che distacca deve versare al lavoratore tutti i bonus e le indennità, dalla 13^ al premio di anzianità, previsti dal Paese di destinazione. Il testo del 96 prevede, invece, solo il rispetto del salario minimo del Paese. Diverse le reazioni alle nuove norme: a votare contro Polonia, Lituania, Lettonia e Ungheria. Gran Bretagna, Irlanda e Croazia si sono astenute mentre gli altri 21 paesi
hanno votato a favore. Si attende ora il parere del Parlamento europeo. (fonte http://www.consulentidellavoro.it)