Passano gli anni, cambiano i governi, il mondo si trasforma ma posizione e linguaggio dell’Antitrust restano immodificabili. Nella recente Relazione annuale si parla di tariffe ed equo compenso come la peste bubbonica, come «l’ostacolo allo sviluppo dell’organizzazione dell’attività professionale in forma societaria» (?!). Ma il top si raggiunge quando le motivazioni, riportate nella norma che nel 2017 ha previsto il diritto all’equo compenso (legge 205/2017), vengono bollate come «giustificazione corporativa». Così Rosario De Luca, Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, in un editoriale su Italia Oggi, per sottolineare che nelle motivazioni addotte dall’Agcm manca la consapevolezza della reale composizione del mondo libero professionale ordinistico, formato in gran parte da giovani che fanno difficoltà a raggiungere un’autonomia economica e che possono trovare nell’equo compenso uno strumento che venga in loro aiuto. Con questi interventi, sottolinea De Luca, si destruttura il mercato “in favore dei grandi gruppi, che mirano a distruggere i piccoli professionisti attraverso una guerra fratricida per la sopravvivenza”. (fonte http://www.consulentidellavoro.it)