Ogni anno con le celebrazioni dedicate alla Santa Patrona, si consolida non solo una fede secolare nei confronti della Madonna della Consolazione, ma si assiste anche ad un puntuale rinnovamento delle nostre radici, del senso di appartenenza e di comunità. Valori che ognuno di noi condivide e che portano la gente a ritrovarsi per vivere intensamente sia gli appuntamenti religiosi che quelli civili. Così è stato sempre e così sarà. Ecco perché credo che sarebbe possibile “mettere a sistema” tutto ciò che viviamo nei cinque giorni settembrini attesi da un intero popolo, come, d’altro canto, si era in procinto di definire prima del commissariamento.
Le Feste Mariane sono un evento e come tali, a mio modesto avviso, dovrebbero essere trattate per far sì che ne traggano ancora maggior beneficio i piccoli imprenditori, la popolazione e, ovviamente, il Comune stesso. In sintesi, già da ottobre si potrebbe pensare a come allestire la festa successiva e renderla accessibile a tutti, appetibile per eventuali sponsor, ed in grado effettivamente di generare un indotto: il tutto corroborato da ordine e igiene pubblico. Penso, ad esempio, ad un bando al quale potrebbero partecipare tutti coloro che intendono essere protagonisti (a livello enogastronomico, artigianale ed artistico) delle celebrazioni mariane. Dietro pagamento di un contributo da versare all’Amministrazione (comprensivo di occupazione suolo pubblico) ci si assicura (presentando per somministrazione di cibo e bevande le necessarie certificazioni) un posto definito e preciso dove svolgere la propria attività. La scelta della location verrebbe stabilità con priorità per coloro che aderiscano tempestivamente al bando, prediligendo piazze e spazi pubblici che non andrebbero ad intralciare traffico o marciapiedi. Altrettanto potrebbe avvenire con gli spettacoli e coloro che operano nell’artigianato locale: si formalizza la volontà di esibirsi o avere il proprio stand, ed in base alle tipologie di arte proposta, si potrebbero dividere i luoghi per ‘tema’, dando così al reggino ed al visitatore la possibilità (tramite mappe concettuali stampate ad hoc grazie a parte dei proventi ottenuti e/o veicolate tramite web) di scegliere dove recarsi, il tipo di spettacolo cui assistere e il settore merceologico o artistico che più attira. Ciò non solo assicurerebbe ordine per l’utente, una migliore gestione di eventuali abusivi (a questo punto facilmente individuabili), garanzia per la salute pubblica, introiti per le casse comunali, ma diverrebbe appetibile per grandi aziende (per esempio quelle che producono bibite) che potrebbero decidere di sponsorizzare le iniziative e quindi farsi pubblicità in un contesto che registra centinaia di migliaia di presenze, generando ulteriore fermento economico e qualche posto di lavoro in più per quelle giornate. Inoltre, gestendo gli spazi per ‘tema’, suddividendo la città a seconda delle manifestazioni proposte, incamerando il contributo dei partecipanti, si potrebbe chiudere il centro storico e far spostare i presenti con navette all’interno del circuito allestito. Il tutto con un investimento congruo per le piccole imprese, pensando in particolare a quelle che si muovono nell’ambito della legalità e che, magari, potrebbero sentirsi “sopraffatte”’ da banchetti improvvisati e senza autorizzazione alcuna, che, nelle more di una disorganizzazione, è anche più difficile identificare.
In conclusione, non è un assioma inconfutabile quello che la buona politica si possa esercitare solo a fronte di ingenti risorse che provengono da fondi di natura statale od europea: compito della buona politica è anche saperle reperire queste risorse sfruttando le peculiarità del territorio a costi zero. D’altronde altre realtà, anche al Sud, sono conosciute in tutto il mondo per le loro feste religiose o per altre attrattive legate al folklore: ciò comporta presenza turistiche importanti e quindi ricadute positive. Perciò, avendo degli esempi in Italia su come la gestione “utile” di determinate manifestazioni sia produttiva, perché non tentare un approccio del genere anche per la nostra antichissima festa?