“LAVORA CALABRIA”: UN CONTRIBUTO A FONDO PERDUTO PER EVITARE I LICENZIAMENTI

La Regione Calabria, con il presente avviso, intende sostenere le imprese calabresi che hanno subito gli effetti dell’emergenza Coronavirus, attraverso un sostegno al pagamento dei salari dei dipendenti, al fine di evitare i licenziamenti durante la pandemia di COVID-19.

I beneficiari sono le piccole e medie imprese, appartenenti ai settori che saranno esplicitati in fase di pubblicazione dell’Avviso, il cui fatturato nell’anno 2019 sia stato superiore a euro 150.000,00.

L’importo massimo dell’aiuto concedibile, sotto forma di contributo a fondo perduto, è determinato in funzione dell’appartenenza dell’impresa Beneficiaria alla classe di U.L.A. (Unità Lavorative Annue, ossia il numero complessivo di occupati in un anno all’interno di un’impresa), con riferimento all’esercizio 2019, per come esposto alla tabella di seguito riportata:

CLASSE DI ULA Massimale aiuto concedibile (euro)
Fino ad una ULA 2.500,00
Da 2 a 5 ULA 5.000,00
Da 6 a 9 ULA 9.000,00
Da 10 a 19 ULA 12.000,00
Da 20 in poi 15.000,00

L’aiuto concedibile non potrà essere superiore al 60% dei costi salariali lordi dell’impresa beneficiaria riferiti ad un periodo di quattro mesi a decorrere dal mese di aprile 2020 e comunque entro i mesi di agosto/settembre del corrente anno.

Le domande potranno essere presentate a partire dalla data indicata in fase di pubblicazione dell’Avviso, secondo le modalità che saranno previste e pubblicate sul sito Calabria Europa.

Le domande saranno finanziate fino ad esaurimento delle risorse disponibili. L’iter valutativo si concluderà a seguito della verifica della ricevibilità e ammissibilità delle istanze ricevute.

L’erogazione del contributo avverrà in unica soluzione, a partire dal giorno successivo a quello della pubblicazione degli esiti della valutazione.

Chi beneficerà del contributo avrà l’obbligo del mantenimento occupazionale delle ULA dichiarate nella domanda per gli otto mesi successivi alla data di presentazione della stessa.

Fonte: http://calabriaeuropa.regione.calabria.it/website/view/news/1220/index.html

“RIAPRI CALABRIA”: Bonus a fondo perduto per le imprese calabresi

riapri calabria La Regione Calabria intende offrire un sostegno alla liquidità delle microimprese operanti sul territorio regionale, che hanno subito gli effetti dell’emergenza COVID-19 a seguito della sospensione dell’attività economica ai sensi dei D.P.C.M. 11 marzo 2020 e 22 marzo 2020, attraverso la concessione di un contributo a fondo perduto una tantum.

L’Avviso è finalizzato all’implementazione dell’Azione 3.2.1 – “Interventi di sostegno ad aree territoriali colpite da crisi diffusa delle attività produttive, finalizzati alla mitigazione degli effetti delle transizioni industriali sugli individui e sulle imprese”, dell’Asse III – Competitività dei sistemi produttivi del POR Calabria FESR-FSE 2014-2020.

Possono presentare domanda le Microimprese che abbiano un fatturato compreso tra € 5.000,00 e € 150.000,00 nel corso dell’anno solare 2019, la cui attività economica è stata sospesa ai sensi dei D.P.C.M. 11 marzo 2020 e 22 marzo 2020 che operano nei settori di attività economica ammissibili riportati dall’Avviso e le microimprese artigiane operanti in tutti i settori iscritte nell’apposito Albo (art. 5 della legge 8 agosto 1985, n. 443).

È ammessa per ciascuna impresa una sola domanda di contributo.

L’aiuto è concesso nella misura di un contributo a fondo perduto una tantum, pari a € 2.000,00 (duemila) per ciascuna impresa richiedente.

L’aiuto concedibile non eccede comunque il fabbisogno di liquidità determinatosi per effetto dell’emergenza COVID-19 come certificato da un professionista iscritto agli Albi (commercialisti ed esperti contabili, consulenti del lavoro).

La dotazione finanziaria disponibile è pari a € 40.000.000,00 (quaranta milioni).

Le domande potranno essere presentate a partire dalla data di pubblicazione dell’Avviso e compilate secondo il modulo che sarà disponibile sul sito http://www.calabriaeuropa.regione.calabria.it.

Le domande saranno finanziate fino ad esaurimento delle risorse disponibili. L’iter valutativo si concluderà a seguito della verifica della ricevibilità, ammissibilità e merito delle istanze ricevute.

L’erogazione del contributo concesso avverrà in unica soluzione successivamente all’ammissione a finanziamento.

Le domande ammesse, ma sprovviste in tutto o in parte di copertura finanziaria, potranno essere finanziate con le economie (es. rinunce) verificatesi successivamente.

Fonte http://calabriaeuropa.regione.calabria.it/website/bando/396/index.html

Bando INVITALIA Spa per il rimborso delle spese sostenute dalle imprese per l’acquisto di DPI (dispositivi di protezione individuale)

bando-rimborso-spese-acquisto-dpi-1FINALITA’. Sostegno alle imprese per le spese effettuate, a seguito dell’emergenza sanitaria da COVID-19, per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale (DPI) sotto riportati:

  • mascherine filtranti, chirurgiche, FFP1, FFP2 e FFP3;
  • guanti in lattice, in vinile e in nitrile;
  • dispositivi per protezione oculare;
  • indumenti di protezione, quali tute e/o camici;
  • calzari e/o sovrascarpe;
  • cuffie e/o copricapi;
  • dispositivi per la rilevazione della temperatura corporea;
  • detergenti e soluzioni disinfettanti/antisettici.

SPESE AMMISSIBILI. Le spese sostenute per i dispositivi sopra dettagliati non devono essere inferiore a 500,00 euro, nel periodo compreso tra il 17 marzo 2020 e la data di invio della domanda di rimborso (rileva la data di emissione delle fatture oggetto di richiesta di rimborso), e devono essere effettuati attraverso conti correnti intestati all’impresa con modalità che consentano la piena tracciabilità del pagamento e l’immediata riconducibilità dello stesso alla relativa fattura. Si precisa che le spese non devono essere oggetto di ulteriori forme di rimborso o remunerazione erogate in qualunque forma e a qualsiasi titolo.

RIMBORSO CONCEDIBILE. Il rimborso è nella misura del 100% delle spese ammissibili nel limite massimo di euro 500,00 per ciascun addetto dell’impresa cui sono destinati i DPI e, comunque, fino a un importo massimo per impresa di euro 150.000,00.

TERMINI E MODALITÀ PER LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE. Le domande di rimborso devono essere presentate in modalità telematica, secondo una sequenza temporale articolata nelle seguenti tre fasi:

FASE 1 – PRENOTAZIONE DEL RIMBORSO nella pagina dedicata all’intervento “Impresa SIcura” della sezione https://www.invitalia.it/cosa-facciamo/emergenza-coronavirus dalle ore 9.00 alle ore 18.00 di tutti i giorni lavorativi, dal lunedì al venerdì, a partire dal giorno 11 maggio 2020 ed entro il giorno 18 maggio 2020.

Le informazioni necessarie per poter procedere a finalizzare la prenotazione del rimborso sono le seguenti:

– codice fiscale dell’impresa proponente;

– codice fiscale del legale rappresentante, ovvero del titolare dell’impresa proponente o della persona giuridica in caso di impresa proponente amministrata da soggetti diversi dalle persone fisiche;

– importo da rimborsare.

FASE 2 – PUBBLICAZIONE DELL’ELENCO CRONOLOGICO DELLE PRENOTAZIONI DEL RIMBORSO. Entro tre giorni dal termine finale per l’invio della prenotazione del rimborso, nella pagina dedicata all’intervento “Impresa SIcura” della sezione https://www.invitalia.it/cosa-facciamo/emergenza-coronavirus è pubblicato l’elenco di tutte le prenotazioni correttamente inoltrate dalle imprese nell’ambito della fase 1 e, sulla base del predetto ordine cronologico di arrivo, sono riportate quelle collocate in posizione utile per l’ammissibilità a presentare domanda di rimborso.

FASE 3 – COMPILAZIONE E ISTRUTTORIA DELLA DOMANDA DI RIMBORSO

Le imprese la cui prenotazione risulta collocata, nell’elenco di cui alla fase 2, in posizione utile devono compilare la domanda di rimborso attraverso la procedura informatica raggiungibile nella pagina dedicata all’intervento “Impresa SIcura” della sezione https://www.invitalia.it/cosa-facciamo/emergenza-coronavirus del sito web dell’Agenzia.

Le imprese sono tenute a presentare, pena la decadenza della prenotazione, la domanda di rimborso redatta attraverso la procedura informatica e contenente le informazioni indicate nell’apposito modello, disponibile, in visione, nella sopra indicata sezione del sito web dell’Agenzia, a partire dalle ore 10.00 del giorno 26 maggio 2020 ed entro le ore 17.00 del giorno 11 giugno 2020.

EROGAZIONE DEL RIMBORSO. Successivamente all’adozione del provvedimento di ammissione al rimborso, l’Agenzia procede all’erogazione dello stesso sul conto corrente indicato dall’impresa nella domanda di rimborso.

CONTROLLI. L’Agenzia, successivamente all’erogazione del rimborso, procede allo svolgimento dei controlli previsti dalle disposizioni nazionali al fine di verificare, su un campione significativo di imprese, la veridicità delle dichiarazioni sostitutive di atto notorio rilasciate dalle stesse in sede di richiesta di rimborso, la rispondenza delle fatture e il regolare pagamento delle stesse secondo quanto previsto dal presente Bando, nonché il rispetto degli obblighi specifici connessi all’ammissione e all’erogazione del rimborso o indicati nel provvedimento di ammissione al rimborso.

IMPORTANTE:

Le comunicazioni inerenti il procedimento di cui al presente Bando sono trasmesse dall’Agenzia esclusivamente attraverso posta elettronica certificata (PEC) all’indirizzo dell’impresa come risultante da Registro delle imprese.

Sul link  di invitalia spa https://www.invitalia.it/cosa-facciamo/emergenza-coronavirus/impresa-sicura si può approfondire l’argomento, consultando le faq ed alcuni articoli specifici, oltre che consultare il bando integrale .

 

Intervista al consulente del lavoro Beniamino Scarfone: per la crisi Covid sono stati utilizzati strumenti ordinari a fronte di un evento straordinario

Abbiamo intervistato il Consulente del Lavoro, Beniamino Scarfone, per conoscerne il parere in ordine ai provvedimenti posti in essere dal Governo italiano per far fronte all’emergenza (sanitaria e sociale) COVID 19
Ritiene adeguati i provvedimenti adottati dal Governo in questo momento di emergenza?
Questa situazione emergenziale andava certamente gestita in modo diverso. A distanza di due mesi la presenza dello Stato ancora non si vede e il senno di poi ahimè serve a ben poco, anche in considerazione del fatto che il Governo era stato avvertito delle problematiche che potevano sorgere. Anche i vertici del nostro Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro, con la Presidente Marina Calderone e Rosario De Luca in testa, hanno per tempo fatto presente che gli strumenti individuati per gestire l’emergenza sarebbero stati tardivi ed inefficaci. Ciò che è certo è che lo Stato a fronte di un evento straordinario ha utilizzato strumenti ordinari. Evidentemente i risultati di questa scelta non potevano che essere infruttuosi. Inoltre, viste le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, secondo cui il 15 aprile sarebbero dovuti arrivare i soldi della cassa integrazione (ai lavoratori italiani), mi duole dire che chi ci governa non ha contezza di come funzionino le procedure ed i relativi flussi di lavoro. Gli ammortizzatori sociali “tradizionali” prevedono diversi passaggi burocratici che richiedono una determinata quantità di tempo che era assolutamente incompatibile con la data annunciata da Conte.
Quali sono secondo lei le ricette per poter salvaguardare il “lavoro dipendente”?
Non c’è mai una ricetta pronta ed utile per tutto. Le difficoltà sono indubbie. Ci troviamo di fronte ad una situazione senza precedenti nell’Italia repubblicana. Quello che mi sento di dire è che servirebbe buon senso, coraggio ed umiltà. A mio parere, al fine di essere tempestivi e permettere a lavoratori e famiglie di avere immediatamente l’ammortizzatore sociale, si poteva/doveva utilizzare un ammortizzatore unico semplificato ed integrato con le denunce mensili che comunemente effettuiamo nella gestione dei rapporti di lavoro. Poteva essere mutuata la procedura utilizzata in caso dei lavoratori in malattia prevedendo l’indicazione delle settimane da integrare (corrispondere) e l’iban del lavoratore (per effettuare il pagamento direttamente sul conto corrente). L’INPS avrebbe avuto con un unico flusso di lavoro tutte le informazioni utili per calcolare l’importo ed effettuare il pagamento. Lei potrebbe pensare: troppo semplice! Perché complicare le cose? Perché questa procedura non avrebbe permesso il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali. A pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si indovina.
Ad oggi, invece, le tipologie di ammortizzatori da utilizzare per la gestione COVID sono ben 4: cassa integrazione ordinaria ed assegno ordinario F.I.S. gestita ed erogata direttamente dall’INPS, assegno del Fondo di solidarietà bilaterale (es. artigianato) gestito e rilasciato autonomamente dagli Enti bilaterali e la cassa integrazione in deroga gestito dalle Regioni per il tramite dell’INPS (ognuno per quanto di loro competenza sono chiamati in causa per la gestione e l’erogazione). Questa varietà di ammortizzatori sociali, unitamente alle procedure sindacali, non ha fatto altro che creare “lungaggini” e“burocrazia” da gestire. Mi preme sottolineare che la scelta dell’ammortizzatore sociale da utilizzare non è lasciata alla libera scelta dell’imprenditore o del consulente, ma è dettata da precise disposizioni di legge in base alle caratteristiche dell’azienda oltre che dal numero dei dipendenti ed alle tipologie di attività.
Può fare chiarezza sul funzionamento degli ammortizzatori sociali? Per aiutarci a capire meglio l’iter che stanno seguendo moltissimi italiani?
Quando l’azienda decide di volere attivare gli ammortizzatori sociali e sospende il rapporto di lavoro dei suoi dipendenti deve:
1) ottemperare a quanto previsto dalla normativa in materia di informazione/consultazione sindacale;
2) comunicare ai lavoratori la sospensione del rapporto di lavoro;
3) presentare la domanda all’ente che deve provvedere alla verifica dei requisiti per la prestazione di sostegno al reddito (INPS nel caso di cassa integrazione ordinaria e FIS, all’ente bilaterale che gestisce l’assegno del fondo di solidarietà bilaterale, o alla Regione nel caso di cassa integrazione in deroga);
4) Attendere i diversi step autorizzativi e successivamente provvedere alla comunicazione, agli enti di competenza, della rendicontazione delle ore di sospensione dal lavoro oltre agli estremi per il pagamento (IBAN); solo dopo aver esperito tutti i precedenti passaggi l’ente proposto al pagamento può procedere ad effettuare il bonifico. Per quanto riguarda la cassa integrazione in deroga la situazione è ancora più complessa perché ogni Regione e Provincia Autonoma ha previsto delle specifiche procedure con modulistiche e flussi di lavoro diversi.
Come detto… Tutto questo… poteva essere superato adoperando un ammortizzatore sociale unico straordinario e semplificato.
Questa confusione ha provocato un aumento della mole di lavoro del consulente?
Decisamente. In queste ultime settimane ho lavorato anche più di 12 ore al giorno domeniche e festivi inclusi. Lo stesso vale anche per tutti i miei colleghi in tutta l’Italia. In questo momento di grande confusione il nostro lavoro assume, dopo le professioni sanitarie, una rilevanza epocale (senza il nostro lavoro nessuno potrebbe percepire gli ammortizzatori sociali). Personalmente, come tutta la nostra categoria, sentiamo fortemente una vera e propria responsabilità sociale. Per questo motivo ci impegniamo al massimo affinché nessuno si senta abbandonato e abbia chiaro il percorso da seguire. La legge ci consentiva anche di attendere 4 mesi, per la presentazione delle istanze, ma dietro ogni modello e comunicazione noi siamo coscienti che c’è un lavoratore ed una famiglia con i loro bisogni.
Abbiamo parlato dei lavoratori dipendenti. Andiamo a focalizzarci sulle aziende:
Anche in questo campo non posso fare a meno di sottolineare l’inadeguatezza dei provvedimenti presi sin ora dal Governo. A causa della crisi scatenata dal covid le aziende hanno dovuto (giustamente) abbassare le saracinesche da un giorno all’altro. Se già questo, di per sé, è preoccupante: immaginare la ripresa è ancora peggio. Per chi ce la farà a riaprire lo scenario che si prospetta è pesante. Secondo il Governo l’unica soluzione è l’indebitamento! Ecco, mi chiedo: a che serve indebitarsi senza avere una chiara prospettiva di ripresa? Come potrà l’imprenditore ripagare il prestito se l’economia non riparte? L’imprenditore guadagna se il differenziale tra i costi ed i ricavi è positivo. E’ possibile che chi ci amministra non pensa che servano distinti interventi: un fondo perduto per gestire il momento della perdita di fatturato e finanziamenti agevolati, uniti a considerevoli sgravi fiscali, per adeguare le aziende alle nuove esigenze sanitarie (ad esempio pensiamo ai ristoranti dove occorreranno divise nuove, sanificazioni, bisognerà rivedere tavoli riducendo i posti a sedere). Tutto questo, invece, verrà fatto solo a spese dell’imprenditore che si troverà senza un serio aiuto dallo Stato (neanche chi ci Governa può pensare che 600 o 800 euro possano essere sufficienti). Sarebbero serviti provvedimenti credibili ed adeguati che potessero aiutare il mondo del lavoro a rimettersi in piedi. Anche perché se le aziende non ripartono non saranno più in grado di dar lavoro ai loro dipendenti, con lo spettro della povertà alle porte. Mi piacerebbe concludere comunque questa intervista con la positività tipica degli italiani. Siamo un grande popolo laborioso con un grande cuore: sono sicuro che ce la faremo a superare anche questa grande prova.

Intervista pubblicata sul sito del quotidiano sociale al link: https://www.quotidianosociale.it/intervista-al-consulente-del-lavoro-beniamino-scarfone-per-la-crisi-covid-sono-stati-utilizzati-strumenti-ordinari-a-fronte-di-un-evento-straordinario/

INPS 600 euro per gli autonomi: la domanda on line, al telefono o tramite i patronati.

inps1Da domani, 1° aprile, sarà possibile inoltrare online le domande per ottenere l’indennità di 600 euro prevista dal decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020 (Decreto Cura Italia) per i professionisti e i lavoratori autonomi.
L’INPS con un comunicato stampa ribadisce che non si tratta di un click day e che le domande potranno essere inviate anche nei giorni successivi al 1° aprile, collegandosi al sito e cliccando sul banner dedicato che compare sulla Home page.
La domanda per ottenere il Bonus deve essere presentata telematicamente avvalendosi di una delle seguenti modalità:

  1. collegandosi con il sito dell’Istituto http://www.inps.it utilizzando con il PIN, con SPID, CIE e CNS;
  2. tramite il Contact center integrato, chiamando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o numero 06 164.164 (da rete mobile con tariffazione a carico dell’utenza chiamante);
  3. tramite i Patronati, utilizzando i servizi offerti gratuitamente dagli stessi

L’indennità non concorre alla formazione del reddito ed è prevista in favore di:

• liberi professionisti titolari di partita iva attiva al 23 febbraio, che non siano titolari di pensione né iscritti ad altre forme di previdenza obbligatorie;
• lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa attivo al 23 febbraio, che non siano titolari di pensione né iscritti ad altre forme di previdenza obbligatorie;
• lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni speciali dell’AGO, che non siano titolari di pensione né iscritti ad altre forme di previdenza obbligatorie (sono compresi anche gli iscritti alla gestione autonomi commercianti oltre che alla previdenza integrativa obbligatoria presso l’Enasarco);
• lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 17 marzo 2020, che non siano titolari di pensione diretta e non abbiano rapporti di lavoro al 17 marzo 2020;
• lavoratori del settore agricolo purché abbiano svolto nel 2019 almeno 50 giornate di effettivo lavoro agricolo e non siano titolari di pensione diretta;
• lavoratori dello spettacolo non titolari di trattamento pensionistico diretto, con almeno 30 contributi giornalieri versati nell’anno 2019 allo stesso Fondo pensioni Lavoratori dello spettacolo, corrispondenti a un reddito non superiore a 50.000 euro.

Arriva in busta paga il premio di 100 euro per i lavoratori dipendenti

lavoroAi lavoratori dipendenti, che possiedono un reddito complessivo da lavoro dipendente dell’anno precedente di importo non superiore a 40.000 euro, spetta per il mese di marzo 2020 un premio pari a 100 euro da rapportare al numero di giorni di lavoro svolti nella propria sede di lavoro nel predetto mese (il premio non concorre alla formazione del reddito).

I datori di lavoro riconoscono in via automatica il premio già con la retribuzione corrisposta nel mese di aprile, e comunque entro il termine di effettuazione delle operazioni di conguaglio di fine anno, portando in compensazione l’importo erogato.

Lo speciale premio è una misura prevista all’art. 63 dal Decreto Legge n.18/2020 Cura Italia.